Massimo Ciuffo

Direttore dell’Istituto di Ricerca IRIDAC,
Psicologo,
Dottore in Scienze Cognitive e
membro del Comitato Tecnico-Scientifico di SOS Dislessia.

Massimo Ciuffo, Direttore, Psicologo e Dottore in Scienze Cognitive, già Assegnista di Ricerca e Cultore della Materia in Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Messina, è stato Coordinatore Didattico del Master universitario di Neuropsicopatologia dell’Apprendimento e del Comportamento e Coordinatore del primo ambulatorio pubblico di diagnosi DSA in età adulta nel meridione d’Italia. Ha conseguito un Master universitario in Neuropsicopatologia dei Disturbi dell’Apprendimento e del Comportamento e un Master di perfezionamento in Psicoterapia Cognitiva dell’età evolutiva presso la scuola di Psicoterapia Cognitiva APC-SPC di Verona. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali sui disturbi specifici dell’apprendimento ed è primo autore della BDA 16-30, la batteria di riferimento per la diagnosi dei DSA in adolescenza ed età adulta, edita da Giunti Psychometrics. Direttore dell’Istituto di Ricerca sui Disturbi dell’Apprendimento e Comportamento IRIDAC, è membro del Comitato Tecnico-Scientifico di SOS Dislessia.

Al convegno parlerò di…
Come immaginiamo le grandezze: l’orientamento spazio-numerico.
Buona parte della didattica scolastica, specie quella inerente alle discipline scientifiche e matematiche, si basa sull’insegnamento di procedure ricorsive e sull’applicazione di formule. Si pensi al concetto di “divisione numerica” e alla procedura comunemente utilizzata per insegnarla. Si tratta di una serie di operazioni che, di per sé, non hanno nulla a che fare con il concetto di divisione, anche se in effetti conducono al risultato esatto.
Le procedure ricorsive hanno il vantaggio di raggiungere risultati precisi e affidabili, ma non sono d’aiuto nella rappresentazione dei concetti e, se non utilizzate prolungatamente e con costanza, finiscono per essere dimenticate facilmente. Ogni bambino che inizia la scuola, sin da piccolo, viene esortato a imparare procedure ricorsive che posso costare molta fatica e, alcune volte, possono trasformarsi in un reale ostacolo all’apprendimento.

Le rappresentazioni mentali che ogni bambino crea spontaneamente dopo l’esperienza, specie se realizzata in ambienti stimolanti e motivanti, si consolidano più facilmente e con meno sforzo. La creazione di rappresentazioni, d’altro canto, non è sempre sufficiente alla soluzione dei problemi perché il più delle volte si limita a orientare lo studente nelle strategie più adatte alla soluzione, più che a trovare il risultato corretto.
Partendo dal concetto di “spazio e di grandezza” presenteremo un modello di rappresentazione “spazionumerica” mediante l’utilizzo di un semplice programma informatico, volto a indagare l’efficacia delle rappresentazioni mentali.
Una didattica consapevole dovrebbe tener conto dell’importane equilibrio tra rappresentazioni e procedure, scoprendo così che, qualche volta, le rappresentazioni dei bimbi possono essere più accurate ed efficaci di quelle degli adulti.